mercoledì 14 marzo 2012

Fontana e la quadratura dei cerchi

Rocco Cordì
Consigliere Comunale SEL
Il sindaco leghista di Varese, Attilio Fontana, in una lunga intervista ad un quotidiano locale si schiera in una
difesa a 360° gradi dell’inquisito Davide Boni e della Lega in generale. Fontana nega risolutamente il
coinvolgimento del suo partito nel giro lombardo delle mazzette rivendicando la “diversità” della Lega
rispetto agli altri partiti. Con una funambolica affermazione Fontana spiega che “se fossimo uguali agli altri
non sarebbe stato necessario dire che siamo omologati a tutti gli altri partiti”.

Prima di entrare nel merito delle considerazioni di Fontana e per evitare possibili fraintendimenti mi preme dire che nutro profondo rispetto per chiunque pratichi la politica con passione e impegno disinteressato (e
per fortuna ne esistono ancora tanti in tutti i partiti, anche se la Lega non l’ha mai riconosciuto costruendo
proprio sulle “generalizzazioni” le sue fortune elettorali). Sono pure d’accordo con Lui quando afferma che
non basta l’avvio di una inchiesta per stabilire la colpevolezza dell’indagato (un giudizio questo che
dovrebbe valere sempre e per tutti).
Per essere però credibili bisognerebbe aggiungere, con altrettanta nettezza, che nessuno può esibirsi in
granitiche certezze di tipo assolutorio. Così come bisognerebbe avere il coraggio di affermare che per farsi
un’opinione di ciò che accade nei luoghi di potere non c’è bisogno di attendere l’esito giudiziario delle
inchieste. Un esito che, come è noto, a volte può anche sfociare nel nulla per mille ragioni, non ultime le
leggi ad personam sfornate a piene mani dalla maggioranza pidiellino-leghista.
Se vogliamo davvero fare chiarezza sulle innumerevoli tangentopoli che hanno avvelenato la politica e i
partiti dovremmo innanzitutto smetterla di affrontare i casi come semplici questioni “personali”.
I “mariuoli”, le “mele marce” e i farabutti ci sono stati in ogni epoca e a tutte le latitudini. Nessuno però
può estrapolare le responsabilità personale (che spetta ai giudici accertare) dal contesto politico in cui
maturano i casi di corruzione e concussione. Nelle innumerevoli inchieste, che da ormai vent’anni
investono drammaticamente i partiti, sono emersi fatti criminosi non riducibili alla voracità o alla
immoralità di questo o di quello. Ciò che appare in tutta evidenza, per chi ha voglia di vedere, è il prevalere
di una pratica politica prevalentemente orientata sugli affari che favorisce e moltiplica il formarsi di
“cricche” e centri di potere opachi, relazioni pericolose. In altre parole la tangentopoli infinita è
strettamente connessa alla degenerazione dell’idea stessa di politica e al formarsi di un sistema di potere
funzionale alla logica affaristica. Per contrastare questo processo di svuotamento della politica e, ahimè,
delle istituzioni democratiche bisogna mettere in discussione radicalmente metodi, pratiche e finalità dell’
agire politico odierno. E bisognerebbe cominciare a farlo anche a Varese!
Siamo ormai giunti ad un punto estremamente pericoloso che può travolgere tutti. Perciò le difese d’ufficio
non servono a nulla, così come appaiono del tutto inutili i goffi tentativi di invocare presunte “diversità
genetiche”.
Per tornare al caso della nostra Regione vorrei ricordare a Fontana che nel gennaio scorso fu proprio
Umberto Bossi a dichiarare: «Il mio è un aut aut a Silvio Berlusconi. Abbiamo chiesto in maniera molto
chiara di far saltare la Regione che è piena di inquisiti ed è difficile sostenerla”. Negli stessi giorni, nel vivo
dello scontro con il “cerchio magico”, Roberto Maroni si dichiarava invece pronto a rappresentare la “lega
degli onesti”. Ora però che le inchieste toccano la Lega Bossi grida al complotto e fascisticamente conclude
“… chissenefrega dei giudici”, dal canto suo Maroni, con una capriola degna della migliore tradizione italica
del “cerchiobottismo” lancia l’avvertimento “Boni e la Lega non si toccano”.
Come si vede c’è materia di riflessione per chiunque voglia capire perciò evitiamo, per favore, di
confondere l’evidenza dei fatti con il tentativo di realizzare l’agognata quadratura dei cerchi.
Rocco Cordì, Consigliere Comunale di Sinistra Ecologia Libertà

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