Proponiamo di attivare una “Fondazione Culturale” aperta a singoli ed associazioni, culturali ed economico-professionali per progettare ed investire in cultura, anche in termini di produzione culturale, come “produttore-finanziatore” (gli investimenti in cultura hanno un doppio beneficio: inciviliscono ed implementano la qualità produttiva di un territorio. attraverso la cultura cresce l’intelligenza di una società e l’attrattività di un territorio) di attività che trovano spazio nella città e come gestore delle attività previste nella “Caserma / Pza Repubblica” (vedi scheda precedente) e cooperante con la gestione privata del Teatro Apollonio.
Questa fondazione potrebbe anche essere il soggetto che prenda in gestione il Teatrino “Santuccio” e che, in sinergia con l’Amministrazione Comunale ed altri soggetti privati, avvii il recupero e la messa a disposizione di altri luoghi di rappresentazione teatrale ed artistica di dimensioni minori dell’attuale Apollonio, luoghi di cui vi é forte domanda.
Questa proposta parte dalla presa d’atto della situazione odierna che é rappresentata
A) dalla presenza di diverse associazioni culturali, di produzione e promozione, di un teatro privato e dalla disponibilità di luoghi, alcuni disponibili altri valorizzabili a questo fine;
B) da una offerta che vede la convivenza di produzioni a forte valore culturale ed educativo e produzioni necessariamente orientate al mercato, con una crescita da poche a diverse decine di proposte, caratterizzate da forte multidisciplinarità;
C) da una risposta del pubblico che, anche se negli ultimi tempi pare necessariamente risentire del contesto economico, ha favorevolmente accompagnato la crescita dell’offerta anche se emerge, come elemento di criticità in questo contesto, la diversa risposta ai singoli segmenti dell’offerta: se lo spettacolo di svago tiene, o cresce talvolta ancor di più se definibile “intelligente”, quello della rappresentazione “artistica”, occasione di crescita e recupero culturale o quello di riflessione e denuncia sociale incontra maggiori difficoltà.
Una fondazione come questa ipotizzata, che non dovrebbe “rilevare” attività e personale dall’ente locale (quindi non pensata per alcuna esternalizzazione) potrebbe vedere anche la partecipazione economica diretta della cittadinanza (azionariato popolare) esplicitamente finalizzata all’investimento per un “teatro dei e per i cittadini” e questo elemento potrebbe stimolare al contributo da parte di società che investino anche sul profilo della “responsabilità sociale” e del ritorno d’immagine che può dar un investimento “emotivo” sul territorio. Infine uno strumento quale la “fondazione” potrebbe muoversi nell’accesso a finanziamenti quali quelli delle fondazioni bancarie.
Siccome ogni tema che oggi viene posto sulla scena politico-sociale e culturale, dall’economia all’educazione, rimanda alla nozione di futuro, posto talora come vincolo e talora come promessa, riteniamo che sia interessante che il dibattito politico si concentri sul futuro del “teatro” in quanto parte del futuro della cultura in città.
Noi riteniamo che il futuro non possa essere usato come “scusa” per rimandare ad un tempo decisionale non definito ogni scelta culturale, limitandoci oggi alle scelte edificatorie, in quanto più che di strutture occorre chiarire la scelta di politica culturale e di quali strumenti vogliamo e possiamo dot
Per noi il futuro é il termine di rappresentazione dei tempi di concretizzazione di un obiettivo da realizzare e la “cultura” diventa leva di cambiamento e sviluppo “
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