domenica 27 febbraio 2011

SCHEDA 1 - GIOVANI

Lo “stato” dei giovani varesini non si discosta molto da una condizione più generale che potrebbe essere sintetizzata come segue:

- un mal-essere che spesso/a volte si somma ad un ben-avere

- una voglia che non diventa progetto

- il presente come unica realtà

Vi è poi la dimensione della “precarietà” come tratto permanente che segna i percorsi di vita e la condizione esistenziale di ciascuno (nella formazione, nel lavoro, nella relazione sociale).

In questo quadro risulta molto difficile trasformare “voglie” e aspirazioni giovanili in un progetto di futuro, perciò l’unica alternativa che appare praticabile a molti è quella di lasciarsi travolgere dal presente, di considerare il “quotidiano” come unico orizzonte possibile.

Ma se aspirazioni e voglie non possono diventare progetto allora non resta altro che accontentarsi della quota parte di ben-avere e difenderla ad ogni costo da chiunque voglia sottrarcela (o si presume possa farlo). Aumentano così il proprio e l’altrui mal-essere.

Dobbiamo essere consapevoli che se l’unica alternativa é quella di adattarsi (senza alcun tentativo di rimozione delle cause, senza conflitto quindi e senza progetto alternativo) allora bisogna mettere nel conto anche l’esito: crescita del disagio dell’insicurezza, della paura del futuro.

La pratica di “adattamento” non nasce da malavoglia e/o opportunismo (o da presunto egoismo), ma dalla difficoltà reale di percepire le cause del malessere e della propria condizione di vita. E’ una sensazione di impotenza di fronte a processi di vasta portata che travalicano la dimensione locale (la globalizzazione, la crisi economica e ambientale, i mutamenti sociali). Facile dedurre che di fronte a fenomeni che risultano difficili da governare anche per gli stati e le organizzazioni politiche ben poco può fare il singolo o il gruppo che vive e agisce prioritariamente in una dimensione territoriale ristretta.

Le conseguenze di tale deduzione porta al convincimento che:

1- La politica, anche quella praticata da chi si è sempre proposto di cambiare lo stato di cose esistenti, non ha alcuna efficacia o è inutile o un gioco per addetti ai lavori;

2- Non c’é abbastanza presente per tutti e quindi anche la “disponibilità” di futuro è scarsa;

3- L’unica strada praticabile è difendere se stessi e quello che si ha da presunte minacce esterne (“eliminazione” degli altri pretendenti come garanzia del mantenimento del proprio status quo).

E’ così che hanno preso sopravvento le idee di esclusione sociale e di egoismo territoriale (idee sulle quali Lega e PDL hanno costruito le loro fortune elettorali e non solo).

Quali risposte alternative sono possibili? Non basta evocare la “necessità” di farsi carico del ben-essere collettivo e della tutela dei diritti conquistati dalle generazioni precedenti. Per dare risposte e soluzioni convincenti e coinvolgenti dobbiamo percorrere una strada nuova dando corpo ad un “progetto di futuro” che non è una mera enunciazione, ma un programma concreto il cui obiettivo di fondo è quello di costruire le basi di una nuova coesione sociale.

La nostra idea è di sperimentare qui ed ora idee, programmi e obiettivi, di una politica innovativa che rimetta al centro i cittadini e la qualità della vita. Un progetto di futuro per Varese che sa ricondurre in una idea organica gli interventi in tutti i campi: dalla cura dell’ambiente alla promozione culturale, dalla legalità alla partecipazione, dalla creazione di spazi sociali e aggregativi alla ridefinizione dell’interesse e del ruolo del “pubblico” rispetto al privato, dalla promozione del lavoro allo sviluppo economico, dai criteri di impiego delle risorse disponibili alla loro finalità. Una Città che nel “riconoscere” se stessa comprende anche il valore della differenza fra culture e persone di diverse provenienze. Un progetto di coesione sociale capace di valorizzare tutte le risorse di cui Varese dispone e di anticipare il futuro già nelle scelte di oggi. Un percorso innovativo e ricco di contenuti che può rendere Varese anche un po’ più allegra e fiduciosa in se stessa.

Le soluzioni e le proposte non possono essere “confezionate” in sedi ristrette (istituzionali o politiche che siano), ma vanno sempre costruite promuovendo percorsi partecipativi e consenso. Ciò, ovviamente, non ci esime dal dovere di formulare ipotesi e proposte concrete.

L’Amministrazione comunale non può rispondere a tutte le domande e le esigenze delle nuove generazioni, così come degli altri cittadini e/o gruppi sociali. Deve però definire un progetto di interventi che possono essere realizzati direttamente o con il concorso di altri soggetti. Per noi le priorità sono:

a) la casa ed i suoi costi: progetto di sostegno affitto, studio progetto con ALER e cooperative edilizie, incentivazione urbanistica di alloggi a locazione a canone agevolato, quota alloggi in vendita a condizioni agevolate ed accordo con istituti bancari a sostegno mutui per l’acquisto,

b) la mobilità ed i suoi costi: agevolazioni sul trasporto pubblico locale e su mezzi (individuali) ecocompatibili (es AVT bici)

c) gli strumenti e le reti di comunicazione informatiche: gratuità rete wireless cittadina, sito comunale di informazione e scambio dati/ricerche

d) la comunicazione e le relazioni pubbliche e della cultura nel nostro territorio e le infrastrutture che possono svilupparlo: gratuità corsi di aggiornamento-acrescimento (es lingue) con Varese Corsi, agevolazioni nell’accesso a iniziative culturali e/o di spettacolo, coinvolgimento delle associazioni e degli enti nella promozione e nella redazione di strumenti di informazione culturale, invio on-line o cartacea di news-letter formazione/lavoro, patrocinio di momenti seminariali di aggiornamento sul mercato del lavoro e sulla legislazione (d’intesa con le organizzazioni sindacali e le associazioni imprenditoriali), sostegno a progetti di produzione culturale, sia nell’uso delle strutture che nell’interfaccia con soggetti terzi, promozioni di spazi pubblici e privati

e) il progetto HUB- Coworkers: sulla scorta di esperienze in atto (nel mondo ed in Italia), realizzare uno spazio di lavoro, un hub, dove le persone che lo usano possano mettere in atto la loro attività, ma soprattutto far incontrare idee, progetti e valori propri con le idee, i progetti ed i valori di altri “inquilini”. La proposta é di realizzare un “ambiente” dove si possa fare impresa investendo sull’innovazione, la creatività e la socializzazione di best & next practices. Punti nodali per l’attuazione:

ð un gruppo di promotori, giovani, associati in una cooperativa che avrebbe la responsabilità operativa e di progetto e sarebbe parte di una

ð società di gestione, partecipata da Camera di Commercio ed associazioni imprenditoriali e professionali, organizzazioni sindacali, università Insubria e Liuc, che mette a disposizione un “capitale di rischio” e si fa carico degli oneri di allestimento, attrezzaggio e mantenimento strutturale,

ð una sede operativa messa a disposizione dal Comune (l’ipotesi può essere il “Castello Manfredi”) da concedere in comodato d’uso o in affitto a canone agevolato o da cedere ad un prezzo “promozionale”

ð un supporto da parte di Informa Lavoro del Comune.

Come si evince anche dal punto precedente, il riconoscimento del valore e quindi il potenziamento della struttura comunale di Informa Lavoro deve essere uno dei punti qualificanti dell’azione amministrativa.

Sul piano generale occorre inoltre

- lavorare sul contesto culturale e sociale che la città deve poter offrire ai/le giovani, attraverso lo sviluppo di collaborazioni con le associazioni presenti nel territorio per:

ð realizzare effettivi e concreti spazi/momenti sociali, culturali, ricreativi e ludico-sportivi;

ð offrire opportunità di impegno sociale e volontariato.

Per la realizzazioni dei progetti sopra richiamati occorre procedere ad una seria analisi delle possibilità di uso e/o riuso di edifici pubblici e di immobili dismessi di proprietà di enti e fondazioni coinvolgibili, approntare una stima dei costi necessari al loro ripristino ed attrezzaggio, affidare a gara ad associazioni costituite in prevalenza da giovani che si candidano a gestirli dietro pagamento di un canone simbolico e delle spese gestionali.

E, infine, per promuovere know how e progettualità, vanno realizzate occasioni di incontro e formazione, con esperti dei vari campi e discipline su alcuni temi fondamentali quali:

ð tutela e valorizzazione del territorio,

ð economia della conoscenza e dell’innovazione

ð inclusione sociale e cittadinanza attiva

In conclusione pensiamo a politiche attive e inclusive che si collocano in alternativa alle pulsioni securitarie e repressive della destra.

Varese deve investire sulle nuove generazioni, sulla loro creatività, sulle loro energie, perché il futuro appartiene a loro.

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