Se il processo partecipativo chiama il Comune a svolgere funzioni anche in campo economico (vedi anche scheda n° 7) come promotore e valorizzatore, questo ruolo può e deve essere svolto anche nella relazione fra territorio ed ambiente. Si può:
1- predisporre un regolamento edilizio che preveda la progettazione di abitazioni in classe A e quindi l’installazione di pompe di calore, solare termico e fotovoltaico
2- spingere verso ristrutturazioni che dotino le abitazioni di impianti energetici come sopra indicato
3- ristrutturare il patrimonio immobiliare pubblico nella stessa direzione
4- ristrutturare la rete di illuminazione e segnalazione pubblica con impianti a led e ad energia solare
5- installare sistemi di illuminazione a luce naturale
6- potenziare il teleriscaldamento, anche attraverso le biomasse forestali, come si sta già oggi ipotizzando
7- si veda anche scheda AVT
8- potenziare la ciclo-pedonabilità della città
Occorre costruire una cultura in direzione ambientale e di buone pratiche e quindi:
1- dare seguito all’adesione al Patto dei Sindaci, già votata dal Consiglio su iniziativa di SEL (delibera nr. 52 del 21.10.2010)
2- aderire a progetti quali il CRESCO, promossi dalla Fondazione Sodalitas e da Politecnico, Regione Lombardia, ANCi, Legambiente ed altri, per realizzare una “alleanza fra imprese e enti locali e cittadini” per
· il risparmio energetico,
· la riduzione dei trasporti inquinanti e la realizzazione di sistemi di mobilità sostenibile
· garantire la sicurezza dei percorsi pedonali e la realizzazione delle piste ciclabili o la ciclabilità in sicurezza delle vie a senso unico, limitando l’invasività delle auto private, sia in movimento che in sosta
· in accordo col soggetto gestore, avviare un processo di rewamping del ciclo dei rifiuti attraverso la riduzione della massa prodotta => l’attivazione di processi di riutilizzo => il potenziamento della filiera del riciclo e => del recupero, studiando le nuove tecniche quali il TMB per ridurre al minimo la massa residua. Solo a questo punto valutare i processi di smaltimento finale
· la promozione delle filiere commerciali a km zero e lo sviluppo dei GAS (gruppi di acquisto solidale) in collaborazione con le associazioni dei produttori agricoli
· promuovere e valorizzare la costituzione di una rete di bar, ristoranti, spacci “turistici” che aderiscano alla filosofia del km zero, creando un “circuito” comunale e provinciale
3- uscire dall’alibi dell’ATO e mappare la situazione della rete fognaria per predisporre un piano di completamento e manutenzione da condividere con i “soggetti di competenza” e le strutture consortili operanti nella depurazione
4- definire, con gli altri Comuni e la Provincia, un programma condiviso, credibile e finanziato per il risanamento del lago di Varese, tenendo conto anche delle risultanze della mappatura della rete fognaria
Si potrebbe anche attivare una iniziativa di tutela condivisa del verde pubblico e recupero del rapporto con la terra da parte dei cittadini di tutte le età realizzando una cintura periferica di nuove aree verdi unita a delle “spine verdi” che si inseriscono nel tessuto urbano, recuperando aree dismesse ed abbandonate, i piccoli parchi di quartiere già esistenti, le aree interne ai sedimi delle scuole. La manutenzione e valorizzazione di tali aree potrebbe essere affidata a gruppi di tutela ambientale di quartiere e/o comitati di cittadini in accordo con le Associazioni Ambientaliste e le Associazioni dei Coltivatori. Da tale intervento sono escluse, ovviamente, tutte le attività di manutenzione del verde pubblico, dalle alberature ai giardini e parchi di grandi dimensioni, che sono oggetto di vera e propria attività economica. Questa modalità di partecipare allo house-keeping del “proprio” verde pubblico consentirebbe di vivere gli spazi aperti della città non come marginali e privi di capacità “produttiva” e generativa di “beni”, ma come luoghi che concorrano a contrastare i processi di degrado. Il coinvolgimento delle scuole potrebbe partire con un progetto educativo, che veda partecipi alunni e famiglie, dipartimenti “ambientali” e di “comunicazione” dell’Università dell’Insubria.
In questo quadro riproponiamo il progetto da noi presentato in Consiglio “Percorso ciclo pedonale”, apprezzato da molti e poi impigliato nella rete della “carenza di fondi” Per noi resta un progetto valido che porterebbe ad uno sviluppo delle potenzialità “turistiche” ed accrescerebbe il valore qualitativo, e quindi economico, delle altre funzioni insediate in città.
Resta invece la nostra contrarietà ai progetti finora presentati sul comparto di Biumo Superiore e delle Ville Ponti, in quanto incrementano il consumo del territorio e ripongono logiche dannose già ampiamente sperimentate. Noi pensiamo che questi progetti e relativi Accordi di Programma vanno fermati. Il futuro del sistema di parchi e ville va tutelato come bene comune e non può essere certo subordinato a logiche speculative e/o commerciali.
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