domenica 27 febbraio 2011

SCHEDA 4 - STAZIONI

Parlare di Piazza Repubblica implica immediatamente rapportarsi all’area delle stazioni. Era la fine del 2007, quando in un documento scrivevamo che il nostro auspicio era che la città fosse dotata di un PGT all’interno del quale venissero analizzate le problematiche e le esigenze e trovassero definizione i criteri per una nuova cultura urbanistica capace di rispondere ad un disegno futuro di città. Era la fine del 2007 e dicevamo che l’ipotesi di unificazione delle stazioni, al pari di altri progetti urbanistici rilevanti ed impattanti, andava pensata organicamente in un disegno più generale e commisurata alle esigenze ed agli interessi collettivi. In sintesi dicevamo che:

  1. il progetto stazioni andava ricompreso nel PGT, non poteva né essere un piano a parte né il pgt di fatto
  2. le regole che dovevano governare la redazione del PGT dovevano valere anche per questa area e dovevano essere escluse logiche compensative a discapito di altre aree del territorio comunale
  3. le spropositate volumetrie previste, con annessi grattacieli, dovevano essere pesantemente ridimensionate
  4. la progettazione avrebbe dovuto puntare ad immobili a impatto ambientale zero
  5. una quota significativa di nuova edilizia residenziale, almeno il 20%, avrebbe dovuto essere destinata ad alloggi sottoposti alla disciplina dell’edilizia convenzionata pubblica, per dare una parziale risposta alla domanda di alloggi a prezzi e canoni d’affitto compatibili coi redditi e le condizioni del lavoro dipendente
  6. il progetto poteva essere valutato solo all’interno di una scelta drastica a favore del trasporto pubblico, su ferro e gomma, e su questo dovevano convergere tutte le linee di trasporto urbano ed extraurbano
  7. il progetto non sarebbe stato credibile senza il raddoppio della linea ferroviaria FS Varese-Arcisate né senza il raddoppio della FNM Varese-Malnate
  8. il progetto non poteva reggere senza un complessivo ridisegno della mobilità cittadina, partendo dall’ampliamento delle zone pedonali e a traffico limitato, eliminando l’entrata in città dall’autostrada, privilegiando gli ingressi da Ponte di Vedano (nord-est) e viale Europa (sud-owest), mantenendo il raccordo solo per l’uscita.

Ci facevamo poi alcune domande:

- che fine avrebbero fatto gli edifici residenziali compresi nell’area?

- come evitare i rischi di speculazione sulle aree circostanti (via Carcano, Biumo Inferiore,etc)?

- quale sarebbe stato l’impatto sul V.le Belforte, che sarebbe stato investito dal traffico dalle stazioni verso l’ex Macello?

- quale risposta al fabbisogno parcheggi dell’Ospedale del Ponte?

- quanto era credibile un progetto che prevedeva circa 150milioni di euro di costi che avrebbero dovuto essere coperti per il 45/50% dall’alienazione delle aree, per il 17% da oneri di urbanizzazione e per il 38% da autofinanziamento in una fase che già non era più di espansione?

Cosa dicevano gli “altri”? L’Assessore regionale Cattaneo (28.11.2007) era entusiasta e prevedeva che “entro il 2010 l’opera potrà essere conclusa”, l’assessore comunale Binelli (30.11.2007) affermava che “l’interventi sulle stazioni prevede di costruire sul costruito ed é quindi in linea con quanto da noi sostenuto fino a oggi”.

Nel 2010 la Giunta decide che bisogna ridurre le volumetrie. Binelli (18.01.2011) scopre, tardivamente, che “tale dimensionamento sembra eccessivo” . A giugno 2010 si ammette che non c’è l’interesse da parte dei privati e che pertanto bisogna ridimensionare il tutto; a luglio si conferma il dimezzamento dell’ipotesi urbanistica-economica (gli investimenti scendono a 60 milioni). Giunta regionale comunale hanno clamorosamente sbagliato ogni previsione, ma molti fanno finta di non ricordare. Nel frattempo la Giunta comunale ipotizza di inserire nell’Accordo di Programma (AdP) la Caserma e Piazza Repubblica. Tra poco si vota e siamo in ansia di conoscere le nuove promesse.

Quindi occorre:

1. cancellare l’AdP e ripensare tutta la progettualità nel PGT

2. studiare nuove soluzioni di raccordo pedonale fra le stazioni

3. ipotizzare un recupero dell’area, con un limitatissimo ricorso a incrementi volumetrici e con importante destinazione sociale (trasporto pubblico, servizi di interesse collettivo, intermodalità, interscambio merci)

4. prevedere un limitato intervento di residenziale da destinare a ERP / ALER

5. valutare l’insediamento di edilizia scolastica per istituti sovracomunali

6. valorizzare il sistema delle aree di sosta, comprendendo anche quelle a servizio del nuovo Ospedale del Ponte

7. prevedere la realizzazione di una ampia area a verde pubblico attrezzato, in una area che ne é priva

8. eliminando l’entrata in città dall’autostrada e privilegiando gli ingressi da Ponte di Vedano (nord-est) e viale Europa (sud-ovest), mantenendo il raccordo solo per l’uscita, viene meno anche il progetto della Gasparotto–Borri, che potrebbe essere agevolmente, con minori costi e minore impatto, essere sostituito dalla via Piana di Luco, come raccordo fra uscita est ed uscita ovest.

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