I “professori” amano particolarmente i giovani. Li corteggiano con l’ineffabile strategia dell’offesa (“monotoni, sfigati e anche un po’ mammoni”), e lavorano alacremente per il loro avvenire. È per i giovani che si buca una montagna e si regala lavoro alla mafia e amianto alla popolazione. È per i giovani che si fa una riforma del lavoro che esclude i precari. Tanto, tutti hanno il posto fisso e con il licenziamento facile si mette fine alla solita routine. E poi vogliono pure studiare che, di questi tempi, non è proprio il caso. Cosa pensino poi i giovani, non è dato sapere. Non sia mai. E per cosa, in fondo? Magari darebbero un consiglio non richiesto ai grigi professori: invecchiare sereni e pensare ai nipoti. Solo ai loro nipoti.
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