
Il governatore pugliese, pilastro a sinistra del Partito Democratico nella coalizione di centrosinistra, è arrivato a Busto Arsizio furente nei confronti delle dichiarazioni su Mussolini dell'ex premier Silvio Berlusconi reo, secondo Vendola, di «strizzare l'occhio agli ambienti del fascismo e al passato peggiore del nostro paese».
Vendola ha rilanciato un modello che definisce «in antitesi a quello che Formigoni e la Lega hanno portato in Regione Lombardia», un modello, secondo il leader di Sel, «che ha svenduto il welfare ai privati e opacizzato i rapporti fra politica e affari in questa regione». Un modello che a suo dire, «ha trascurato anche la lotta alla criminalità organizzata». Su questo tema Vendola se la prende anche e soprattutto con la Lega di Bossi e Maroni perché «il leghismo con il suo racconto anti meridionalista ha impedito al nord di comprendere per tempo quanto stava avvenendo nel Settentrione dove la mafia e la 'Ndrangheta si sono fatti spazio nel cuore dell'economia».
Vendola ha rilanciato anche il suo impegno per un cambio di rotta sui diritti civili: «Io chiedo che ci sia un'Italia con una chiesa libera ma anche uno stato libero. Voglio uno stato che si occupi di lavoro, dei problemi delle persone, di welfare. Non di uno stato che si occupa di quel che avviene nelle camere da letto o nello stile di vita dei suoi cittadini. L'Italia sui diritti civile è il paese più arretrato d'Europa e questo non è più tollerabile».
Insieme a Vendola sono intervenuti tutti i candidati locali di Sel, tra i quali Maria Bottini, docente di Filosofia e Lettere, Giovanna Damin, pensionata impegnata nel volontariato ed ex infermiera professionale (enrtrambe candidate al Consiglio regionale della Lombardia); Gilberto Squizzato giornalista, scrittore, regista (candidato alla Camera dei Deputati); Dario Accurso Liotta, sceneggiatore e regista (candidato al Senato).
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