lunedì 6 maggio 2013

L'IMU e la demagogia dei ciarlatani


Non c’è bisogno di essere grandi statisti per sapere che, avendo la pressione fiscale raggiunto da tempo livelli intollerabili (soprattutto per chi le tasse le paga), occorrono misure urgenti per la sua riduzione (e redistribuzione). Ma, come spesso capita nel nostro Paese, anche un tema così rilevante, anziché diventare occasione di riflessione e porposte serie, viene piegato a calcoli e interessi di bottega. Difficile spiegarsi altrimenti la sceneggiata di questi giorni sull’IMU.
Com’è noto l’abolizione dell’imposta e addirittura la restituzione di quanto pagato nel 2012, è stata la principale promessa elettorale di Berlusconi e il perno della sua strategia per risalire la china. Oggi la “promessa” torna al centro della scena politica fino a diventare una minaccia o un’arma di ricatto contro il governo PD-PDL-SC appena varato. Il risorto Cavaliere e i suoi fedelissimi ripetono ormai ossessivamente il nuovo mantra: o via l’IMU o via Letta. E’ una prova evidente delle basi fragili su cui poggiano le cosiddette “larghe intese”, ma anche dell’inconsistenza del tanto autocertificato “senso di responsabilità nazionale”. Ma a parte i risvolti politici della vicenda, che ciascuno può interpretare a proprio piacimento, ciò che più conta è l’oggetto del contendere. Per un confronto serio occorre preliminarmente fare alcune considerazioni:

1) L’IMU, aldilà della propaganda berlusconiana/leghista, è stata introdotta il 14 marzo 2011 con un decreto legislativo emanato dal governo PDL-Lega. Dagli stessi cioè che sull’abolizione dell’ICI avevano impostato e vinto la campagna elettorale del 2008. Il governo Monti (sostenuto da PDL e PD) ha solo “anticipato” i tempi di attuazione della “riforma” che PDL e Lega avevano furbescamente previsto per il 2014.

2) Il valore della “prima casa” (così come il reddito disponibile) non è “uguale” per tutte le famiglie e pertanto sul piano fiscale andrebbe considerato nel rispetto dei criteri di equità e proporzionalità.

3) I Comuni infatti, hanno avuto tutto il tempo di correggere alcune storture dell’imposta utilizzando l’ampio margine consentito dalla legge per differenziare adeguatamente le aliquote per categorie castatali o in base alla peculiarità degli immobili. Utilizzando questa leva la grande parte delle famiglie avrebbe potuto contare sull’esenzione dell’imposta sulla “prima casa”. Ma, salvo lodevoli eccezioni, si è preferito (vedi il caso Varese) applicare il criterio dell’aliquota unica (per di più maggiorata) sia per le prime case (4,5 anziché 4) sia per gli altri immobili (8,30 anziche 7,60).

4) Nel 2012 il gettito IMU sulla “prima casa” (4 miliardi di euro a livello nazionale, oltre 9 milioni di euro a Varese) è stato incamerato interamente dai Comuni; per gli “altri” immobili la quota riservata ai Comuni è stata del 50% più, ovviamente, l’eventuale “maggiorazione” decisa localmente.

5) La sola sospensione della rata di giugno, come annunciato dal neo Presidente del Consiglio, comporterà per i Comuni un mancato introito di circa 2 miliardi (per il Comune di Varese 4 milioni di euro). Nessuno finora è però stato in grado di spiegare come si compenseranno i Comuni per il mancato gettito.

Come è facile intuire la partita è complessa, ma se si vuole ragionare seriamente e trovare soluzioni convincenti è possibile a condizione che si abbandoni il terreno della facile propaganda o delle promesse illusorie. A meno che qualcuno non stia già pensando che il recupero di quanto verrà a mancare dall’IMU possa tradursi in un ulteriore taglio delle risorse disponibili a livello locale o nella invenzione di qualche nuova tassa (SUPERTARES ?) che cambia il nome delle cose, ma non certo la loro sostanza.


PS: Nel maggio 2012 la proposta presentata dal sottoscritto al Consiglio Comunale di Varese, fondata sul principio delle aliquote differenziate (che avrebbe esentato già nel 2012 migliaia di famiglie varesine dal pagamento dell’IMU prima casa) è stata bocciata con voto unanime della LEGA e del PDL (il PD si era cortesemente astenuto).



Rocco Cordì
Consigliere Comunale Sinistra Ecologia Libertà

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