lunedì 18 febbraio 2013

Ieri, domenica. Piazza Duomo

Da "Corriere.it"
Decine di migliaia di persone in piazza Duomo a Milano, sabato pomeriggio, per ascoltare i big del centrosinistra Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola, arrivati per sostenere la candidatura di Umberto Ambrosoli alle regionali lombarde. Molte le bandiere del Pd, il cui simbolo e lo slogan della campagna elettorale, «L’Italia giusta», sono stati scelti per la scenografia del palco allestito nella piazza. Diverse le bandiere di Sinistra ecologia e libertà. A sorpresa ha preso la parola dal palco anche l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. Il momento musicale si è aperto con la voce di Ketty Passa, poi Lucio e Dava dei Vallanzaska.

Hanno poi preso la parola il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e l’ex assessore Bruno TabacciHo una bella notizia, che ho scoperto adesso: questo leggio è lo stesso del 30 maggio 2011», ha esordito Pisapia, ricordando la festa per la sua elezione a sindaco, quando vinse la sfida di Milano contro Letizia Moratti. «E io, che sono scaramantico, mi sono messo anche le stesse calze rosse di quella sera», ha aggiunto, ricordando poi i risultati raggiunti dall’amministrazione di centrosinistra a Milano in questi due anni («qui chi non è ricchissimo non paga l’addizionale Irpef», «siamo riusciti a dare assistenza alle imprese di difficoltà», «mezzi pubblici gratuiti a cassintegrati, disoccupati e precari», «assistenza ogni notte a oltre 2.500 persone senza un tetto». «Sarà questa piazza, sarà questa splendida compagnia, ma sono felice, orgoglioso, commosso di vedere questa piazza piena e strapiena di tante bandiere. Due anni e mezzo fa abbiamo iniziato un percorso e oggi abbiamo l’obiettivo vincente: una nuova Lombardia che sa guardare ai più deboli». «Ci sarà un grande miracolo lombardo e nazionale – ha aggiunto Pisapia – ancora uno sforzo e ce la faremo». «Basta con i millantatori e gli illusionisti, basta con i comici che fanno politica – ha continuato – tutti noi siamo persone serie e lo dimostreremo». «Con Ambrosoli saremo fieri di essere lombardi, con Bersani non ci vergogneremo più di essere italiani, ma saremo orgogliosi di essere italiani», ha concluso Pisapia.
«Mi sono dimesso a malincuore, ma sono una persona seria e volevo guidare la campagna elettorale per Centro Democratico», ha detto il leader di Centro Democratico ed ex assessore al Bilancio del Comune di Milano Bruno Tabacci. «Sono orgoglioso di questi mesi di lavoro accanto al sindaco Pisapia, non abbiamo raccontato balle, abbiamo fatto le cose serie. La Lombardia non è come l’Ohio, non c’è dubbio su come andranno a finire le cose, già qualcosa è successo due anni fa a palazzo Marino – ha aggiunto Tabacci – da qui deve arrivare lo stop alla Lega e a Berlusconi, se la Lega è nata da qui è qui che viene fermata». «Non c’è incertezza sul risultato in Lombardia», ha insistito l’esponente del Centro Democratico. «Grillo può riempire le piazze – ha continuato, in un passaggio molto applaudito – ma l’alternativa a Berlusconi e alla Lega di Maroni siamo noi: un’alternativa secca, equilibrata e perbene».
Nichi Vendola, leader di Sel, ha impostato il suo intervento sulla parola «precarietà»: «La destra in Italia e nel mondo ha costruito una società di precarietà che uccide la speranza, il compito del centrosinistra è quello di abbattere il muro di ogni forma di precarietà, di ricostruire reti di solidarietà e rimettere i diritti al centro dell’agenda di governo». «Noi siamo la politica della ricostruzione del Paese – ha aggiunto Vendolanon c’è del marcio solo nella politica ma anche nelle élite capitaliste». «Io non sarò un elemento di disturbo ma una garanzia di stabilità, non sono mille le mie condizioni ma una sola: la bussola che dovrà avere nelle sua mani Bersani dovrà indicare la strada della giustizia sociale, della lotta alla povertà e alla precarietà», ha concluso Vendola. Quindi l’intervento musicale di Paolo Jannacci
Ha poi preso la parola, a sorpresa, Romano Prodi: «Cari amici, dopo quattro anni torno su un palco perché oggi ne vale la pena», ha esordito. Dalla piazza si è levato un coro di entusiasmo «Prodi, Prodi». «Sono venuto qui – ha sottolineato – non per nostalgia o per cercare un ruolo, ma solo per rimarcare l’importanza della sfida lombarda e della sfida italiana. Sono venuto qui per invitarvi a votare uniti e poi torno al mio lavoro». «Umberto Ambrosoli guiderà la riscossa etica e civile lombarda, perché riunisce le qualità lombarde dell’intransigenza etica e della capacità di condensare le virtù di tutti i cittadini – ha detto Prodi -. «L’etica è indispensabile per voltare pagina rispetto ai vizi del passato – ha aggiunto -. In Lombardia volteremo pagina affidandoci non alla speranza ma alla certezza di una squadra capace di prendere il meglio di tutta la società lombarda». «Matteo Renzi ha perso le primarie e non ha sbattuto la porta – ha aggiunto Prodi riferendosi a Renzi -, ha interpretato come si deve, in un grande Paese democratico e in un Partito democratico, le regole della democrazia e sarà una grande risorsa per il nostro futuro».
«I miei amici africani mi chiedono perché Bersani ce l’abbia tanto con la smacchiatura dei giaguari. Faccio molta fatica a spiegarglielo. Di solito me la cavo dicendo che ce l’ha tanto anche con i tacchini», ha raccontato Prodi. «Il mio sogno – ha aggiunto con ironia – è vedere Bersani a Porta a porta mentre accarezza un giaguaro. Ma non tutti i sogni si realizzano».
«Siamo qui per costruire oggi con dei mattoni il futuro dei nostri figli», ha esordito il candidato del centrosinistra al Pirellone, Umberto Ambrosoli. «Occorre tornare», ha detto «all’amore per le regole. Le regole sono un patto sul quale si fonda la comunità, per proteggere i più deboli, aiutare chi è svantaggiato, per dimostrare che i forti hanno capito il valore della solidarietà. Io ho fede che i valori forti della nostra comunità alla fine prevarranno».
dal sito Corriere.it

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