Inquieta la notizia dell’operazione di polizia scattata all'alba in tutta Italia per l'esecuzione di 26 ordinanze di custodia cautelare in relazione agli incidenti avvenuti lo scorso 3 luglio in Val Susa contro
la linea ferroviaria Tav Torino-Lione.
Anche l’abitazione di un consigliere comunale è stata perquisita. Anche questo governo sposta sul piano dell’ordine pubblico la discussione sull’opportunità delle grandi opere in tempo di crisi. Il grafico di oggi porta qualche elemento di conoscenza e aiuta a inquadrare il problema e le ragioni dei valligiani.
L’Università di Siena afferma che 70 chilometri di gallerie, dieci anni di cantiere, decine di migliaia di viaggi di camion, materiali di scavo da smaltire, talpe perforatrici, migliaia di tonnellate di ferro e calcestruzzo, porta ad un consumo di materie prime ed energia, nonché relative emissioni, tanto elevato da vanificare l’ipotetico guadagno del parziale trasferimento merci da gomma a rotaia. Parziale, purtroppo, perché già esiste una linea ferroviaria internazionale a doppio binario sottoutilizzata, affiancata da un tunnel autostradale. Inoltre, le previsioni fatte da Lyon-Turin Ferroviarie (LTF), sono contraddette da tutti gli studi delle università piemontesi e savoiarde, che definiscono rischioso un investimento di 16-17 miliardi di Euro per un effetto non risolutivo. Infatti, come si vede sopra, la somma del traffico auto/ferro non ha mai raggiunto le previsioni gonfiate dei costruttori, nemmeno quando è rimasto chiuso il tunnel vicino e concorrente del Monte Bianco.
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