Ecco la bretella della SS341. Un’altra strada. Costo 261 milioni di euro, disponibilità poco più di un terzo. Ma fa niente, si va avanti. Serve a Malpensa, la grande Malpensa. Serve a velocizzare un traffico che ormai dire congestionato è essere ottimisti. Serve a rilanciare l’economia, gli appalti, i subappalti e tutto il carrozzone. Sperando che non accada come per la BreBeMi, che non serva cioè anche a fare sparire un po’ di rifiuti tossici.
Pazienza se passa su una delle ultime aree verdi di Gallarate, per non parlare delle città e paesi vicini. Pazienza se ormai tutti sanno che nuove strade portano nuovo traffico e nuovo inquinamento. Pazienza se qualcuno perderà la propria casa.
E’ il progresso. Vorrete mica tornare ancora alla carrozza coi cavalli? Alla carrozza no. Ma a una vita più salubre, dove amici e parenti non si ammalino di tumore, a un progresso più ragionevole che permetta di salvaguardare l’ambiente, a una mobilità più sostenibile che non ci soffochi col PM10, decisamente sì.
L’Europa, tanto invocata quando c’è da tagliare pensioni e salari, quando c’è da privatizzare servizi pubblici e stato sociale, quando c’è da giustificare sacrifici, rimane completamente inascoltata quando parla di interventi per ridurre l’inquinamento veicolare, quando promuove il trasporto ferroviario, quando propone una mobilità sostenibile.
E’ ora di cambiare strada, propriamente. Di cominciare a pensare e progettare guardando un po’ più in là dell’Expo del 2015. Pensare che verrà anche il 2016, che verranno altri decenni, che i bambini di adesso si troveranno un giorno uomini e donne senza aria, senza acqua, senza risorse, senza natura.
E’ ora di progettare una mobilità sostenibile su piccola scala (promuovendo la mobilità ciclopedonale) e su grande scala (promuovendo il trasporto ferroviario). Pensando a chi il treno lo usa o potrebbe cominciare a usarlo nei suoi spostamenti, anziché a opere costose e devastanti, come le uniche che Regione Lombardia e il sistema Italia continuano a progettare, dal tunnel di Moriggia (e di Crenna, di Casorate Sempione e di tanti altri comuni che verranno violentati da quel tracciato) alla TAV in Val di Susa.
E se il progetto della SS341 proprio non si può fermare, che almeno, almeno, la Regione metta uguale impegno e uguali risorse in interventi di compensazione ambientale.
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