Cosa c'è di meglio, tre giorni prima di Natale, che approvare un bel regolamento comunale che prevede multe di 100 euro per chi è per strada a chiedere spiccioli per mangiare? Che poi dico: se son lì a chiedere spiccioli con cosa pagheranno la multa? E dopo che non l'hanno pagata, quali misure sono previste? Quali ancora per intervenire sul giro di sfruttamento che probabilmente di cela dietro i singoli casi di disagio?
Niente soldi per le casse del comune, questo è sicuro, ma arriverà un po' di consenso dall'elettorato varesino che in questi giorni di crisi, mancanza di lavoro, mancanza di prospettiva per i giovani, manovra incombente, la notte di sicuro non dorme sonni tranquilli pensando ai temibilissimi venditori di accendini.
Forse non si vuole rovinare il clima di festa dei passeggiatori del corso, mica che gli si smuova la coscienza accecata dagli sberluccichii natalizi vendendo questi disperati chiedere l'elemosina. Non sia mai, il clima di festa va preservato...
Ma quale festa? Il Natale? Quel giorno in cui si festeggia la nascita del Nazareno? Non so voi, ma non mi pare vestisse firmato e navigasse nell'oro, mi pare anzi dicesse cose come “ama il prossimo tuo come te stesso”.
E la cristianità, che partiti come la Lega ( il partito dell'assessore proponente la misura in questione) vanno difendendo, non si regge forse sul “fate la carità”?
Io non sono “cattolica apostolica evangelica romana”, ma la carità cristiana, nella sua essenza, penso sia un valore che vada oltre il credo religioso, e il Natale da non credente lo vivo come un giorno in più per ricordarsi degli altri, un pretesto per cui, oltre alla tristezza consumistica, un sacco di persone, di associazioni, di parrocchie, famiglie mettono in campo una serie di iniziative assolutamente lodevoli.
Natale stavamo dicendo, la festa del Nazareno. Uno che andava in giro vestito di niente a parlare con la gente di cose così alte e utopiche per il tempo, come per oggi, che non mi stupirei se qualcuno avesse trovato un po' petulante anche Lui, mentre lottava contro l'indifferenza e gli egoismi del tempo.
E in un momento come questo di crisi, sentita per prima dagli ultimi, è squallido pensare che siano queste le priorità da mettere all'ordine del giorno a tre giorni da Natale, quando nacque colui che diceva “gli ultimi saranno i primi”.
I primi, sì, ad essere vittime di una realtà iniqua, capri espiatori di un fallimento sociale a cui dovremmo saper offrire soluzioni ben diverse da una simbolica (e a mio avviso inutile) repressione amministrativa.
Dei disperati laviamocene le mani.
Buon Natale Varese.
Eleonora Martinelli
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