lunedì 25 aprile 2011

Angelo Zappoli

A volte uno si chiede a cosa serva stare in minoranza in Consiglio Comunale, in una città governata (??) da lega e destre. Spesso é difficile rispondere, ma a volte si riescono a dare delle risposte positive, con tutta la modestia necessaria. Rieletto in Consiglio nel 2006, ho svolto l’attività che compete a chi voglia fare opposizione, anche se come unico consigliere del gruppo di SEL, richiedendo oltre 60 convocazioni di commissioni per affrontare temi che altrimenti sarebbero caduti nel silenzio (dalle società partecipate ai servizi educativi, dai servizi sociali alla gestione degli impianti sportivi, dall’ambiente alla condizione degli animali nei circhi e via elencando), presentando più di 40 interrogazioni sugli atti della giunta e dei singoli assessorati e partecipando a tutti gli impegni istituzionali, fra consigli e commissioni. Un impegno a volte pesante e a volte frustrante, davanti alla ottusa forza dei numeri della maggioranza, ma necessario per rispettare con serietà il mandato ricevuto.

Ma non solo opposizione, infatti ho promosso anche iniziative che sono riuscito a far approvare: la mozione per la sicurezza nei luoghi di lavoro in edilizia e quella per il risparmio energetico, la mozione per contrastare la violenza contro le donne e la deliberazione a favore dei diritti delle persone con disabilità, l’ordine del giorno per una campagna comunale contro il lavoro nero negli esercizi di Varese e l’adesione al Patto dei Sindaci per un ambiente più sostenibile, che impegna la Amministrazione anche per il futuro. Due sono le iniziative, di cui sono orgoglioso: la prima é l’aver contribuito a stabilizzare le lavoratrici e i lavoratori precari, impiegati dal nostro Comune, e i loro volti la sera del voto definitivo ripagavano di tutto l’impegno sui banchi consiliari, la seconda é l’aver proposto e fatto approvare l’inserimento nello Statuto Comunale della dichiarazione che il Comune di Varese considera e difende l’acqua come comune dell’umanità e promuove il mantenimento del carattere pubblico del servizio idrico.

Per questo ho deciso di ricandidarmi, per partecipare a disegnare un volto nuovo per la Varese di domani, con l’impegno a studiare e verificare, ad ascoltare e dialogare, a rispettare e a rendere conto, a stare nella nostra istituzione locale con spirito di servizio alla collettività. Perché a tutt* fa bene vivere in una città allegra, diversa, piacevole, divertente, di cui la collettività si riappropri, a tutt* farebbe bene vivere insieme la Varese di tutte e tutti. Abbiamo bisogno  di concretizzare una proposta che guardi al futuro, una risposta ai problemi da avviare al più presto, da sperimentare da subito, per realizzare un presente migliore ed un futuro di benessere.
Per questo ho deciso di ricandidarmi, perché non voglio rinunciare all’idea di poter vivere in una città allegra, informata e culturalmente aperta, ambientalmente sostenibile, ricca di servizi e attenta ai bisogni, rispettosa delle differenze. Perché voglio continuare a chiedermi come possiamo migliorare la qualità della vita della nostra città (quale ambiente, quale profilo culturale, quali spazi sociali e aggregativi, quale economia, quale ruolo del pubblico e del privato, quali investimenti, con coscienza del limite, ambientale, economico e sociale) e voglio contunuare a chiedermelo assieme a tante altre ed altri, che hanno deciso di provarci ancora.

Nato a Varese nel 55, sposato, una figlia, lavoro in Svizzera. Impegnato politicamente dal ’72, nel movimento degli studenti e nei gruppi della nuova sinistra, fra i fondatori di DemocraziaProletaria in provincia di Varese. Dal 91 nel PRC, ne sono uscito nel 2008 per partecipare al progetto di Sinistra Ecologia Libertà. Ho partecipato ai movimenti eco-pacifisti, dalla promzione del referendum contro il nucleare del 1987 (!!) a quello prossimo contro la privatizzazione dell’acqua, ho partecipato col Social Foruma alle manifestazioni anti G8 del 2001 a Genova, sono  iscritto a associazioni ambientaliste e culturali e all’ANPI, di cui sono nella Vicepresidenza provinciale.  

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