Tre mesi fa, il neoeletto Sindaco Fontana rivolgeva pubblicamente l’invito a “superare i concetti di centrodestra e centrosinistra perché ciò che conta sono gli “interessi del territorio”.
Il 4 giugno, in una lettera ai giornali locali, commentavo l’offerta del Sindaco scrivendo tra l’altro:
…..è bello scoprire l’invito accattivante rivolto a quella parte che sui volantini leghisti, non più tardi di dieci giorni fa, veniva esorcizzata con un “Varese, sinistra mai”. Slogan accompagnato, tanto per dare l’idea della minaccia incombente, dal fotomontaggio di una spettrale Piazza Monte Grappa invasa da pozzanghere e camper dissestati. Ovviamente cambiare idea è lecito, ma passare in soli dieci giorni dalla “minaccia rossa” a sostenere che destra e sinistra sono schemi del passato mi pare quantomeno un po’ azzardato.
Forse a preoccupare Fontana più che gli scenari nazionali sono quelli locali e le prospettive non certo solide di una maggioranza da tempo traballante, in disaccordo su tutto e oggi, dopo il voto, ancora più rissosa. Comunque la maggioranza faccia ciò che le compete e provi a governare se ne è capace; all’opposizione il compito di fare opposizione e, contemporaneamente, preparare l’alternativa.
Sostenere invece che i ruoli possono confondersi magari in nome degli “interessi del territorio” più che di innovazione politica siamo al déjà vu (ricordate la Giunta Fassa?).
E’ vero che del territorio la Lega ha fatto un mito, ma ormai dovrebbe essere chiaro abbastanza che il territorio non è un luogo neutro e unificante.
Se, ad esempio, si parla di tagli, spesa pubblica, nuove imposte, infrastrutture e quant’altro, bisognerà pure indicare da dove si prelevano le risorse e a beneficio di chi, come si riordina la spesa e qual è l’ordine delle priorità, chi sono i destinatari di tali politiche, chi paga e chi no, chi ne trae beneficio e chi no, quale interesse deve prevalere. Sono le vecchie domande alle quali la politica ufficiale non risponde da tempo, perché i miti e il parlar d’altro hanno preso il sopravvento. Ma a quelle domande bisogna pur rispondere e allora vedremo cos’è la destra e cos’è la sinistra.
Con replica del 7 giugno FONTANA affermava solennemente:
Credo che oggi la politica debba affrontare i problemi senza pregiudizi e senza preconcetti, e che abbia il dovere, con onestà intellettuale ed attraverso il confronto, anche aspro se occorre, discegliere le risposte migliori per la collettività, non le più comode o quelle atte a compiacere i propri sostenitori, le migliori in quanto le più utili ed adeguate ai cittadini.
Egregio Consigliere, sono stato e sarò ancora un Sindaco capace di ascoltare e di accettare il confronto democratico, ne chieda notizia ai Suoi colleghi di minoranza nel passato Consiglio Comunale, non ho mai amato le riserve indiane e spero Lei non ci si voglia rinchiudere da solo rifiutando ogni dialogo, anche se questo è, naturalmente, nelle Sue corde, non dipende da me. Ad ogni buon conto non tema, saprò amministrare anche operando scelte e se il Consiglio Comunale vorrà condividerle, almeno a maggioranza, tanto meglio, altrimenti si vedrà.
Così vedo le cose perché credo nella Democrazia e non ho mai amato il Centralismo Democratico, Lei certo mi capirà.
Nella mia risposta dell’8 GIUGNO aggiungevo:
…Lei sostiene poi che “buoni e cattivi” vanno individuati in rapporto agli sforzi e ai pensieri che ciascuno sa rivolgere al territorio. Vede, qui c’è una differenza sostanziale. Io non penso che le persone siano buone o cattive in ragione della provenienza o delle appartenenze politiche, dico più semplicemente che la collocazione politica spiega già moltissimo della visione che ciascuno ha del “territorio”. Se Lei vuole invece sostenere che le appartenenze politiche sono insignificanti rispetto alle scelte di governo, risulterebbe incomprensibile ai più la conclusione delle battaglie da Lei condotte contro il suo stesso governo. Lei ha resistito minacciando più volte le dimissioni, ma l’unica certezza rimasta ai Comuni sono i drastici tagli operati dal suo amico Tremonti. Come vede la tesi è già stata smentita dai fatti e comunque non vorrei essere nei suoi panni a spiegarla in una assemblea della Lega.
Rilevo infine con piacere che entrambi crediamo nella democrazia; a differenza di Lei però io ho praticato il “centralismo democratico” e continuo a rimpiangerlo soprattutto ora che, sotto i nostri occhi, i partiti sono dominati da un padre-padrone o piegati alle scorrerie delle guerre per bande.
14 SETTEMBRE 2011: IL PADREPADRONE ORDINA FONTANA SI PIEGA
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