Venerdì 29 aprile 2011
ore 21,00
"Difendiamo la scuola pubblica"
a Varese
Via Monte Golico, 14 (angolo via Tonale)
presso la sede di Sinistra Ecologia Libertà
Negli ultimi 10 anni i fondi alla scuola pubblica sono crollati da 259 a 88 milioni, i docenti sono stati falcidiati, ma il foraggiamento alle private è raddoppiato.
Tutto questo ancora non basta: il recente Documento Economico Finanziario (DEP) del Governo prevede che la quota di PIL destinata alla scuola e alla ricerca passi dal 4,2% al 3,7% nei prossimi tre anni.
Ma per favore, non chiamiamoli “tagli”, ché la Gelmini si offende!
A pretesto si accampa una presunta “riduzione strutturale della popolazione scolastica”. Niente di più falso: nonostante il calo delle nascite la popolazione scolastica è cresciuta per effetto dell’immissione nel circuito formativo degli stranieri e per il parziale recupero della dispersione scolastica.
Questi “risparmi”, per dirla alla Tremonti, si tradurranno, sul piano retributivo, in una progressiva riduzione degli stipendi degli insegnanti e dei ricercatori, già oggi i più bassi d’Europa; gli scatti stipendiali congelati nel 2010 non verranno restituiti e non è previsto alcun rinnovo del contratto.
Le 30 mila immissioni in ruolo promesse non copriranno neppure la metà del fabbisogno.
Ma il DEP si spinge oltre: ipotecando il futuro, il Governo decide che nei prossimi 30 anni la ricchezza prodotta verrà progressivamente spostata dall’istruzione pubblica a settori non ancora precisati.
Non è difficile immaginare lo scenario futuro che è già oggi realtà: nella quotidianità tutto ciò si traduce in riduzione di cattedre, di docenti e personale ATA, minor tempo scuola, maggior numero di alunni per classe, minori garanzie per i più deboli (diversamente abili, stranieri, alunni in difficoltà), continuo incremento della precarietà a scapito della continuità didattica.
Assisteremo al progressivo impoverimento dell’offerta formativa basata esclusivamente sull’insegnamento frontale a danno dei tanti progetti innovativi che hanno caratterizzato in passato i singoli istituti. Altro che centralità della persona e insegnamento personalizzato! Se la scuola è un’impresa, l’alunno è un utente da valutare numericamente, magari via Internet.
Già oggi si lavora in condizioni al limite della sopravvivenza e grazie solo all’abnegazione e all’onestà intellettuale dei tanti operatori che non si sono ancora arresi.
Ma al danno si aggiunge la beffa: la velenosità e l’astio di Berlusconi nei confronti della scuola pubblica e degli insegnanti offendono l’intero Paese, giacché a frequentare questo pericoloso covo di comunisti è il 93% degli studenti appartenenti alle diverse fasce sociali.
La scuola italiana non è né di destra né di sinistra: è laica, luogo di pluralismo del sapere e di integrazione. In essa non si forgiano sudditi, ma si educano cittadini liberi e pensanti. E’ forse questa la paura di Berlusconi? Il capo del Governo dovrebbe, come accade in tutti i paesi civili, difendere e valorizzare il pilastro educativo del Paese anziché demolirlo a suon di calunnie.
E’ ormai chiaro il disegno eversivo del presidente del Consiglio e del suo Governo: cancellare la libertà di insegnamento, garanzia di pluralismo, a favore di una meritocrazia docente asservita al loro volere; smantellare la scuola pubblica di qualità per tutti a vantaggio di una scuola privata per tutti, paladina di libertà. Tutto ciò nel totale disprezzo della Costituzione (Art. 33 e 34).
L’impegno di Sinistra Ecologia Libertà a sostegno della scuola pubblica
Ribaltiamo le priorità, a partire dal concetto di “libertà” del premier e del ministro Gelmini: siamo convinti che le famiglie e gli studenti saranno veramente liberi quando avranno la possibilità di frequentare una scuola pubblica sempre più efficiente, aperta a tutti e di qualità.
Questo è l’obiettivo da perseguire anche a livello locale dove gli amministratori leghisti e pidiellini sono abilissimi nel prendere le distanze dalla loro maggioranza, facendo un gioco di opposizione e governo al tempo stesso.
Per noi di Sinistra Ecologia Libertà CULTURA, ISTRUZIONE E UNIVERSITA’ SONO LEVE DI FUTURO e un governo della città realmente innovativo deve considerare il mondo della scuola non un costo, ma una risorsa, l’imprescindibile punto di partenza di una diversa idea di società.
Se è vero che le disponibilità dei Comuni sono scarse, occorre fare delle scelte mirate e condivise: promuovere e sostenere la produzione culturale e le associazioni con finalità culturali e sociali; garantire manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici; ottimizzare e garantire i servizi essenziali, a partire da quelli messi in discussione dalla cosiddetta “riforma Gelmini”; incentivare e sostenere progetti qualificanti e favorire la diffusione di una concezione di “scuola aperta al territorio” come servizio per l’utenza e per l’intera collettività; potenziare il servizio degli asili nido e delle scuole dell’infanzia, verificando la qualità delle prestazioni nelle strutture gestite da privati.
Le candidate insegnanti : Chiara Aletti, Elvira Nidoli, Emanuela Talamo
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