Sabato 17 aprile si è svolta a Roma la riunione del comitato nazionale di Sel. E' una sede pensata per tenere insieme l'area più interessata e che più da vicino lavora o può lavorare al progetto. Dovrebbe affrontare o ercare di affrontare al meglio le varie problematiche territoriali e nazionali. E' formata dal coordinamento nazionale, dal comitato scientifico, dai coordinamenti regionali ed è stata isituita nell'assemblea nazionale di Roma di dicembre, che aveva tra i suoi compiti quello di avviare il percorso per il congresso e di definire alcuni organismi, tra cui appunto questo comitato. Quello di sabato è stato il primo incontro. Come ha giustamente rilevato Nichi Vendola nel suo intervento a conclusione dei lavori, tenere insieme le questioni territoriali e nazionali si è rivelato un compito straordinariamente complicato: Vendola è stato assai critico, personalmente concordo e l'avevo già sottolineato in altre sedi, riferendosi a come sono andate le scelte politiche per le regionali, tutte in mano ai gruppi locali degli eletti e senza alcuna preoccupazione di trovare un profilo nazionale all'appuntamento. Le alleanze prima dei contenuti, tanto per capirci.
La riunione di sabato ha rispecchiato limiti e difficoltà di Sel. Innegabili. Ma anche punti e spunti positivi, che non risolvono nulla ma sono quello che sono per chi pensa che valga ancora la pena cimentarsi nel progetto. L''articolo del Manifesto, firmato da Sara Menafra, ne fornisce invece più che un rendiconto oggettivo o magari un'interpretazione critica, una rappresentazione un po' macchiettistica, dove le frasi e i giudizi sono messi insieme per dimostrare una non benevola tesi di partenza. Libero ognuno di dire quello che vuole ovviamente o anche di interpretare le cose secondo quello che pensa di esse prima di vederle. Non è il massimo dell'informazione, è soltanto un altro versante della più generale crisi della sinistra politica, sociale, cultural e quant'altro. Se si parla, per esempio, come l'articolo fa, del passaggio di Vendola sul partito "berlusconiano", una cosa è presentare la cosa per quello che era nelle intenzioni e nell'esposizione di Vendola, l'approdo di una spietata analisi che in molti condividiamo sulla crisi della sinistra, compresa Sel, che la fa sempre più simile ai vizi diffusi ovunque della e nella politica, a partire dalle pratiche lobbistiche e personalizzate oltre misura. Il trionfo del berlusconismo, appunto. Altra è suggerire l'idea che il povero Vendola non ne possa più di Sel, per questi e altri motivi, e sia pronto a mollarla in cambio dei verdi lidi delle fabbriche di Nichi o di altro ancora. Anche il titolo dell'articolo, su Nichi che non sarà segretario, allude suggerisce fa intendere fischi per fiaschi. Non era all'odg la questione né se n'è parlato; fino ad oggi Vendola è stato il portavoce - cosa assai diversa dal ruolo di segretario - e su come si metteranno insime incarichi ruoli potenzialità, piccole ricchezze e grandi miserie, qualche straordinaria opportunità e la deprimente eredità di quello che siamo, bene su tutto questo si è aperto l'iter congressuale. Al quale per quel che ci è dato sapere Nichi Vendola parteciperà col contributo che sappiamo. Grande come ha fatto Sabato.
Il 17 dunque. Una riunione di bilancio, qualche prospettiva, qualche impegno. Un primo approccio al tema intitolato rapporto tra Sel e centrosinistra. Un tema dominante della propsettiva che dobbiamo darci e proporre. Insomma una riunione di lavoro con interventi alcuni interessanti, altri meno altri che non c'entravano niente. Come sempre. Con scarsa capacità di ascolto, a parte degli "autorevoli", come ha sottolineato una giovane donna nel suo intervento. Anche questo un deja vu. Personalemte non ho mai creduto né ai miracoli Né alle svolte epocali. Figuriamoci adesso. Per noi è già molto che si sia svolta tempestivamente, la riunione, che le presenze ci fossero, che la prospettiva sia stata confermata. I cento passi Nichi non li ha nominati perché non aveva partecipato alla riunone preparatoria. Era in ferie per riprendersi della campagna elettorale. Meno male che l'ha fatto. Si faranno, i cento passi. Vedremo. Tutto, come sempre, è sulle ginocchia delle dee.
Nessun commento:
Posta un commento